Festa grande in casa giallorossa: la squadra di De Canio (200ª vittoria in Italia) vede sempre più vicino il traguardo.
Un Lecce perfetto per volare in Serie A. Davanti a 11 mila spettatori (record stagionale al Via del Mare), De Canio onora la contesa presentando una squadra prudente, ma spigolosa in fase offensiva e caparbia nel volersi imporre su una pericolosa concorrente. Il tecnico materano (200ª vittoria tra i professionisti in Italia) interrompe così la serie positiva del Torino, reduce da 4 successi consecutivi, incassa la 17ª vittoria, soffre quanto basta nella ripresa dopo un primo tempo esemplare e, alla fine, allunga le mani meritatamente su partita e promozione. Traguardo non ancora scontato, ma chi riuscirà a negarlo ai salentini, ora a +7 sul secondo posto e padroni del campionato?Equilibrata sin dagli albori, la partita si accende intorno all’11' quando un guizzo di Marilungo a sinistra sbriciola l’assetto difensivo di Colantuono. Il talento marchigiano si beve Loria e s’incunea in area: Barusso in ripiegamento difensivo anticipa Di Michele, ma la palla carambola su uno stinco dell’ex granata e si infila in rete per il vantaggio leccese. Il Toro sembra stordito dal colpo inferto dalla capolista che controlla e riparte con accelerazioni improvvise. Su una di queste, operata da Mesbah ancora a sinistra, Marilungo e Corvia arrivano con un attimo di ritardo all’appuntamento con una palla che chiede solo di essere appoggiata in fondo al sacco. Poco Toro che sbaglia l’approccio al match e non si riprende. Ancora Marilungo sorprende la difesa granata al 35' riuscendo a piazzare Corvia (in sospetta posizione di fuorigioco) solo davanti a Sereni. Rubin accorcia sull’attaccante leccese e sembra toccarlo: per l’arbitro il contatto è da rigore e il cecchino romano dal dischetto non sbaglia né la prima conclusione né la seconda ordinata da Morganti che nota in area troppe presenze irregolari prima del suo fischio. Sereni intercetta, ma non trattiene: ed è 2-0.Poco Toro, ancora Lecce con Marilungo sempre sugli scudi ma anche impreciso nell’ultimo passaggio o in conclusione. La gara, che ha poco del big match annunciato alla vigilia soprattutto per colpa del Torino, si apre in pieno recupero, quando, complice un’incursione a destra di Gasbarroni, Morganti vede un contatto tra l’esterno granata e Mesbah e decreta il secondo rigore generoso del pomeriggio. Bianchi fa centro (47’).La ripresa ripropone lo stesso copione: partita in mano alla squadra salentina che spinge da subito con l’intenzione di chiudere la contesa. La palla buona, manco a dirlo, è ancora sui piedi dell’ex Di Michele: conclusione d’istinto sul secondo palo, ma Sereni gli nega il gol. Il Lecce tenta di sfondare senza scoprirsi, il Torino non trova l’intensità per riaprire veramente i giochi e agguantare il pari. Di Michele va vicino al gol direttamente dalla bandierina d’angolo.Colantuono gioca la carta Pià richiamando in panchina Gasbarroni (ineffabile); De Canio innesta Baclet per recuperare brillantezza. Ed è proprio il francesino a far gridare al gol, servito da un tacco di Di Michele, uomo ovunque tra i pugliesi (abbandonerà esausto). Poi deve pensarci Ferrario ad arpionare dalla testa di Bianchi la palla del possibile 2-2, mentre un minuto dopo ancora l’ex reggino ha l’occasione per il pari ma la spreca sparando alto senza troppa convinzione. Decisamente poco per riprendere un Lecce in volo verso la A.
13 aprile 2010
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