13 aprile 2010

Il Lecce strizza l’occhio alla A

Festa grande in casa giallorossa: la squadra di De Canio (200ª vittoria in Italia) vede sempre più vicino il traguardo.

Un Lecce perfetto per volare in Se­rie A. Davanti a 11 mila spettatori (record stagionale al Via del Mare), De Canio onora la contesa presentando una squadra pruden­te, ma spigolosa in fase offensiva e caparbia nel volersi imporre su una pericolosa con­corrente. Il tecnico materano (200ª vittoria tra i professionisti in Italia) interrompe così la serie positiva del Torino, reduce da 4 suc­cessi consecutivi, incassa la 17ª vittoria, sof­fre quanto basta nella ripresa dopo un primo tempo esemplare e, alla fine, allunga le ma­ni meritatamente su partita e promozione. Traguardo non ancora scontato, ma chi riu­scirà a negarlo ai salentini, ora a +7 sul se­condo posto e padroni del campionato?Equilibrata sin dagli albori, la partita si ac­cende intorno all’11' quando un guizzo di Ma­rilungo a sinistra sbriciola l’assetto difensivo di Colantuono. Il talento marchigiano si beve Loria e s’incunea in area: Barusso in ripiega­mento difensivo anticipa Di Michele, ma la palla carambola su uno stinco dell’ex grana­ta e si infila in rete per il vantaggio leccese. Il Toro sembra stordito dal colpo inferto dal­la capolista che controlla e riparte con acce­lerazioni improvvise. Su una di queste, ope­rata da Mesbah ancora a sinistra, Marilungo e Corvia arrivano con un attimo di ritardo al­l’appuntamento con una palla che chiede so­lo di essere appoggiata in fondo al sacco. Po­co Toro che sbaglia l’approccio al match e non si riprende. Ancora Marilungo sorpren­de la difesa granata al 35' riuscendo a piazza­re Corvia (in sospetta posizione di fuorigioco) solo davanti a Sereni. Rubin accorcia sull’at­taccante leccese e sembra toccarlo: per l’ar­bitro il contatto è da rigore e il cecchino ro­mano dal dischetto non sbaglia né la prima conclusione né la seconda ordinata da Mor­ganti che nota in area troppe presenze irre­golari prima del suo fischio. Sereni intercet­ta, ma non trattiene: ed è 2-0.Poco Toro, ancora Lecce con Marilungo sempre sugli scudi ma anche impreciso nel­l’ultimo passaggio o in conclusione. La gara, che ha poco del big match annunciato alla vi­gilia soprattutto per colpa del Torino, si apre in pieno recupero, quando, complice un’in­cursione a destra di Gasbarroni, Morganti vede un contatto tra l’esterno granata e Me­sbah e decreta il secondo rigore generoso del pomeriggio. Bianchi fa centro (47’).La ripresa ripropone lo stesso copione: par­tita in mano alla squadra salentina che spin­ge da subito con l’intenzione di chiudere la contesa. La palla buona, manco a dirlo, è an­cora sui piedi dell’ex Di Michele: conclusio­ne d’istinto sul secondo palo, ma Sereni gli nega il gol. Il Lecce tenta di sfondare senza scoprirsi, il Torino non trova l’intensità per riaprire veramente i giochi e agguantare il pari. Di Michele va vicino al gol direttamen­te dalla bandierina d’angolo.Colantuono gioca la carta Pià richiamando in panchina Gasbarroni (ineffabile); De Ca­nio innesta Baclet per recuperare brillantez­za. Ed è proprio il francesino a far gridare al gol, servito da un tacco di Di Michele, uomo ovunque tra i pugliesi (abbandonerà esau­sto). Poi deve pensarci Ferrario ad arpiona­re dalla testa di Bianchi la palla del possibi­le 2-2, mentre un minuto dopo ancora l’ex reggino ha l’occasione per il pari ma la spre­ca sparando alto senza troppa convinzione. Decisamente poco per riprendere un Lecce in volo verso la A.

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